ITALIANO BLINDA MILENKOVIC, FASCIA DI CAPITANO PER FARLO RESTARE. TRE GIORNI PER CAPIRE. L. ALBERTO ROMPE CON LA LAZIO: I VIOLA CI SONO. NEL PARI CON IL QATAR MANCATA LA VELOCITÀ. TUTTO NORMALE. JOVIC IN FORMA FRA UN MESE. BIANCO PRONTO.

2022-09-10 07:41:26 By : Mr. Billy Ba

Certe cose non si fanno mai per caso, la fascia da capitano e novanta minuti per Milenkovic nell’amichevole con il Qatar hanno un significato molto preciso: resta, qui sei a casa tua, sei il leader della difesa, è meglio per te.

Il messaggio, naturalmente, l’ha inviato Vincenzo Italiano che spera ancora di ripartire con il suo difensore di riferimento.

Ma quante possibilità ci sono?

Sono mesi che vi consiglio di lasciare la porta aperta, sono settimane che l’allenatore parla spesso con il suo giocatore e non ha mai avuto la sensazione che il difensore serbo abbia davvero voglia di andar via.

Deciderà nella sua cameretta, avrebbe detto il Ciuffi, ma anche l’atteggiamento del serbo, sempre rispettoso con i tifosi, sempre al massimo della professionalità, fa ben sperare. Anche ieri ha dimostrato di saper guidare la difesa come pochi, non si è fatto distrarre da tutte le voci, ha addirittura abbandonato i social per poter stare il più tranquillo possibile e decidere in pace.

Il suo procuratore Fali Ramadani sta facendo un ultimo screening, fra Inter e Juve in Italia, Tottenham e Chelsea all’estero, ma fino a ieri sera non c’era ancora una proposta concreta, decisiva e irrinunciabile. Vedremo cosa succederà da qui a lunedì quando, presumibilmente, dovrebbe chiudersi questa vicenda in un senso o nell’altro, ma restiamo positivi e fiduciosi anche perché all’orizzonte di Milenkovic ci sono i mondiali e arrivarci da titolare fisso e leader nella Fiorentina, con tante partite nelle gambe, è sicuramente meglio che andare a imbarcarsi in una situazione incerta in altre squadre, senza la titolarità del ruolo.

La Fiorentina ha un patto con il giocatore, lo lascerà andar via se arriverà una cifra superiore ai quindici milioni di euro e se la destinazione (ovvio) sarà di suo gradimento. In caso contrario sarà ben lieta di fargli firmare un rinnovo fino al 2026 con adeguamento dell’ingaggio fino a tre milioni di euro.

Partita aperta, anzi apertissima. Nel frattempo i dirigenti viola però non sono stati a contare le stelle o a sfogliare le margherite. Se Milenkovic dovesse andar via le soluzioni ci sono e sono di assoluto rilievo. In pratica saranno reinvestiti i quindici milioni (più o meno) in entrata e una cifra del genere per un difensore non è poca roba. I nomi in ballo sono tre o quattro, forse qualcuno ancora segreto, inutile fare un toto-difensore tanto per sparare dei nomi.

La Fiorentina si muoverà decisamente su uno degli obiettivi già programmati un minuto dopo l’eventuale addio di Milenkovic. Fase di stallo e di riflessione, diremmo in politichese.

Come del resto lo è per l’ormai famoso centrocampista di qualità e fantasia che manca a questa squadra come si è visto anche nell’amichevole di ieri.

Le idee sono chiare, come vi abbiamo detto nell’ultimo editoriale. Si punterà su un elemento che davvero possa far fare uno step immediato di crescita e non su un giovane di prospettiva.

Lo Celso è il primo della lista dell’allenatore e gli intermediari stanno lavorando per trovare una soluzione (prestito con obbligo?) che vada bene al Tottenham e al giocatore. Il Villareal è un concorrente forte, ma non è vero che Lo Celso vuole andare solo in Spagna. Il discorso è aperto e qualcuno sta provando a inserire nella trattativa anche Milenkovic che, come detto, piace molto ad Antonio Conte. Scenari aperti.

Nel frattempo, però, registriamo per dovere di cronaca un inasprimento dei rapporti fra la Lazio e Luis Alberto, prima idea dei dirigenti viola.

Lo spagnolo non si allena da due giorni, sta mandando dei certificati medici, cosa ha in testa?

A questo punto sembra ormai chiara la sua intenzione di lasciare la Lazio, vorrebbe tornare in Spagna, al Siviglia che l’ha lanciato, ma la trattativa non è semplice e il club spagnolo non ha voglia di spendere grandi cifre. La Fiorentina cosa fa?

Sta a guardare, è pronta a intervenire. Il giocatore interessa e non poco, ma Luis Alberto è un tipo particolarissimo e la sua idea di tornare in Spagna sarebbe forte e chiara. Vicenda da seguire come tutte quelle che non hanno ancora un finale scritto e sappiamo come il calciomercato in queste situazioni offra il meglio dell’imprevedibilità.

É un anno che Pradè corteggia Luis Alberto, fra Fiorentina e Lazio i rapporti sono ottimi quindi conviene non scrivere alla storia la parola fine.

Quello del difensore e del centrocampista di qualità, sembra di parlare di Galbani, sono i due problemi aperti da risolvere a breve, ma nel frattempo si provano tutte per far uscire gli esuberi e sono ancora tanti, da Dragowski (niente Spezia) a Kouamè, da Kokorin a Benassi e non solo.

In attesa torniamo allo zero a zero con il Qatar, seconda amichevole austriaca. Queste partite io le giudico semplici allenamenti, tappe di un lavoro mirato che deve portare la Fiorentina al 70-80 per cento del potenziale contro la Cremonese, per poi crescere nei preliminari (non facili) e arrivare al cento per cento o quasi a fine agosto.

Non leggo neanche più tutti i commenti di pancia sui social, vado avanti perché vedo una squadra che sa come vuole giocare, che ha personalità e domina il campo. Le difficoltà ci sono, è ovvio, soprattutto in fase offensiva, ma quando una squadra non ha brillantezza e rapidità, è appesantita dai carichi di lavoro, come può essere imprevedibile, come può giocare di prima, in velocità? Non è possibile. La Fiorentina sembra un diesel, è evidente. Però i movimenti ci sono e i meccanismi funzionano. Senza dimenticare che Italiano ha schierato due squadre miste contro Galatasaray prima e Qatar dopo, un mix tra potenziali titolari e potenziali riserve, per portare tutti a una condizione simile. Poi se vogliamo entrare in qualche dettaglio, qualcuno è più indietro di altri, ma dipende dalla muscolatura, dal ruolo e da tante altre componenti. Siamo in preparazione e allora facciamoli preparare.

Fra quelli più indietro, è evidente, c’è Jovic, ma non fatemi ripetere quello detto e ridetto. Il giocatore è in pratica fermo da tre anni. L’anno scorso ha giocato solo 19 partite, pochissime per novanta minuti. I due anni precedenti poco di più. É arrivato alla Fiorentina per rilanciarsi e l’operazione richiede tempo.

Jovic deve recuperare reattività, ritmo partita, colpo d’occhio e una forma fisica ottimale. Ci vuole tempo e pazienza.

In questi giorni in una bellissima serata a Montecatini ho condotto un talk show e organizzato una serata in piazza voluta dal comune con sei campioni del mondo del 1982. Emozioni e ricordi. Grandi personaggi. Ovviamente s’è parlato molto di Pablito Rossi, anche delle sue difficoltà nel primo periodo del mondiale. Perché? Semplice.

Veniva da due anni di inattività e aveva bisogno di ritrovare il suo mondo e la forma ottimale.

Ecco, il parallelo con Jovic, con le dovute proporzioni, può essere calzante. Due anni di quasi inattività hanno bisogno di un lavoro specifico che il serbo sta facendo e probabilmente lo porterà in forma fra un mesetto anche se in questi casi l’esplosione (ritorno a Rossi) ci può essere da una partita all’altra. Il senso del gol e le qualità tecniche non si perdono.

Queste amichevoli servono però anche per valutare il grado di crescita di alcuni giocatori all’interno del gioco, al di là della forma fisica e ieri sera m’è piaciuto molto il giovane Bianco. É più maturo di un anno fa, la crescita c’è stata e non è sempre automatica. É strutturato, ha personalità, quando Italiano l’ha messo regista davanti alla difesa ha dato il meglio. Vi ho già anticipato che resterà in prima squadra, ha tutto per diventare uno da Fiorentina e, naturalmente, il contratto lo dovrà legare a Firenze. Non aspettiamo troppo, oggi il calcio è strano e la Fiorentina lo sa benissimo.